L'accordo misterioso
Proteste contro il TTIP ad Amsterdam. Foto ANSA
Iniziano pian piano ad emergere i dettagli della bozza di accordo sul TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), il misterioso trattato commerciale fra Unione Europea e Stati Uniti. Finora le trattative si sono svolte nella massima segretezza, nonostante i timori di tutti coloro che sentono da tempo puzza di bruciato siano stati confermati a inizio maggio da un "leak" di Greenpeace, che ne ha rivelate alcune parti. Adesso, a seguito delle pressioni per una maggiore trasparenza, è stata istituita presso il ministero dello sviluppo economico una "sala di lettura" dei documenti, alla quale sono ammessi solo i parlamentari e alcuni alti funzionari governativi.
Stando a quanto pubblicato in questi giorni da l'Espresso, le principali richieste americane sarebbero relative all'eliminazione delle "misure di controllo ridondanti", cioè quelle relative alla sicurezza sociale ed ambientale: per i superalcolici, ad esempio, va tolta dalle etichette la data di fabbricazione, di imbottigliamento e di scadenza; per le nuove autovetture gli europei vogliono che ci sia l'ultima versione del test Crashworthiness, cioè la capacità di proteggere da un impatto i suoi occupanti, mentre gli americani vogliono la seconda versione perché la terza costa troppo e loro non sono disponibili a introdurlo. Sono considerate "ridondanti" e quindi inutili, da eliminare, anche anche le spiegazioni sulle etichette dei cosmetici, che avvertono se ci sono sostanze pericolose o se si fanno test sugli animali. Per l'uso dei coloranti, gli europei chiedono di rispettare le regole sanitarie ma gli americani rispondono "mandateci una relazione, la studieremo".
Secondo l'estensore dell'articolo Giulio Marcon, deputato indipendente di quella parte di sinistra che finalmente sembra essersi svegliata sul tema, dalla bozza di accordo emerge che a guadagnarci non siano tanto i cittadini americani, quanto le medie e grandi imprese ma soprattutto le multinazionali, mentre a rimetterci sono sicuramente i consumatori sia americani che europei, oltre alle piccole imprese. "Quasi 200 pagine delle bozze degli accordi che leggiamo - scrive il parlamentare - sono occupate dalle stime degli effetti presunti del Ttip sull'economia europea. Secondo le stime europee, il Pil Ue avrebbe un aumento extra dello 0,5 per cento l'anno, le esportazioni aumenterebbero dell'8,2 (e le importazioni del 7,4 ) e i salari dello 0,5 per cento. Tra le righe ci dicono anche - prosegue Marcon - che la produzione europea di auto calerà del 3 per cento, quella di acciaio del 2,5 e anche i produttori agricoli se la vedranno male". Insomma, ancora una volta viene confermato il primato delle multinazionali sugli Stati, che si accompagna alla riduzione degli standard ambientali, delle tutele per i cittadini e della sicurezza sui prodotti alimentari: niente di nuovo all'orizzonte.
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