Intervista al Governatore del Veneto
Foto ANSA
A Renzi, si sa, piace solo il referendum costituzionale. Ha boicottato quello sulle trivelle. E ora osteggia le consultazioni autonomiste delle regioni settentrionali. Il presidente del Veneto Luca Zaia parla di “palese ostilità del Governo” e chiede ufficialmente di indire l’election day a ottobre per accorpare i referendum e risparmiare 14 milioni di euro.
Governatore Zaia, il referendum sull’autonomia si terrà in ogni caso?
Sì ed è nostro interesse è farlo entro fine anno. Siamo di fatto l’unica regione in Italia che ha promulgato una legge per indire il referendum sull’autonomia. Era il giugno 2014. La legge è stata impugnata dal Governo Renzi, ma la Corte costituzionale un anno dopo, nel luglio 2015, ha dato ragione a noi. L’eccezionalità del referendum veneto risiede esattamente in questo.
Quale sarà il quesito?
“Volete più autonomia per il Veneto?”. Questo non significa che è il giorno dopo diventeremo come Trento e Bolzano. Ma siamo di fronte a un passaggio storico. Mai dalla costituzione repubblicana del 1948 è accaduta una cosa del genere in Italia.
È previsto il quorum?
No, ma la forza del Veneto si misurerà anche dall’affluenza alle urne. Perché non c’è alcun dubbio che i veneti voteranno ‘Sì’. Stiamo ragionando sulla data. C’è una lettera in partenza con cui chiediamo al Governo di indire l’election day a ottobre. Renzi deve cogliere la sfida della democrazia: referendum costituzionale e referendum per l’autonomia nello stesso giorno. Non ci sono controindicazioni da questo punto di vista. In questo modo si risparmierebbero 14 milioni di euro.
Di recente Renzi ha detto che per il Veneto non esistono ipotesi di ulteriori forme di autonomia. Ha liquidato la questione dicendo “o tutti o nessuno”.
Renzi sta diventando sempre più analogico e sempre meno digitale, a differenza di quel che può sembrare. Vede la costituzione come un documento mummificato non rendendosi conto che è la costituzione stessa ad essere federalista. Einaudi, parlando della costituzione, disse che ad ognuno dovremmo dare l’autonomia che gli spetta. Renzi è fuori dal tempo e fuori dalla storia quando interpreta la costituzione in chiave centralista. Se è così convinto del “o tutti o nessuno” perché nella sua riforma costituzionale prevede l’applicazione dei costi standard solo per le regioni a statuto ordinario e non per quelle autonome? E’ l’esatto contrario del “tutti o nessuno” che ha predicato.
Quindi c’è il rischio che si celebri il referendum nell’ostilità del Governo?
L’ostilità del Governo è palese già adesso. Ma Renzi deve capire che non è Matusalemme, che arriverà qualcuno dopo di lui e dopo di me: noi amministratori abbiamo l’obbligo di fare le cose pensando alle prossime generazioni. Il modello a cui ci ispiriamo non è quello della Grecia, amato dal premier, ma della Germania, dei Lander, della Baviera. Ognuno sta dalla parte che preferisce. Noi stiamo dalla parte dell’autonomia, Renzi con il referendum costituzionale sta dalla parte del centralismo.
Qual è il clima che si respira in Veneto in vista della consultazione?
Rispondo ribadendo una cosa: sbaglia chi pensa che questo sia il referendum di Zaia, della Lega o di qualche altro partito. Questo è il referendum dei veneti. Esiste un sentimento diffuso che non può essere ignorato. I veneti sono liberi di decidere del proprio destino. E per farlo hanno un’occasione d’oro. Saranno loro a decidere cosa vogliono fare.
Come giudica la posizione del Pd veneto? Molti esponenti di primo piano come Moretti e Rubinato si sono già espressi per il ‘Sì’.
Qui tutti i partiti saranno per il ‘Sì’. Perché tutti i veneti sono autonomisti. Ed è questo che Renzi non ha capito.
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