Dopo la morte del cooperante italiano
Foto ANSA
Non aveva alcuna colpa Sanaur Rahman, medico omeopatico di 60 anni ucciso a colpi di machete nell’ovest del Bangladesh. Se non quella, agli occhi degli integralisti islamici, di essere un medico omeopatico adepto della filosofia sincretisca Baul, mescolanza di principi religiosi e musicali che ha connessioni con il sufismo islamico. Dall’inizio dell’anno è il 12esimo caso di omicidio all’arma bianca che le autorità locali attribuiscono ai fondamentalisti mussulmani.
La polizia indaga in questa direzione, proprio perché le caratteristiche dell’assassinio ricalcano quelle con cui militanti di Isis o Al Qaeda hanno ucciso esponenti di minoranze religiose, professori universitari ritenuti infedeli o eretici, omosessuali e cittadini stranieri tra cui il cooperante italiano Cesare Tavella. Secondo testimoni oculari l’attacco, nel quale è rimasto gravemente ferito il 42enne assistente universitario del medico, sarebbe stato compiuto da 3 giovani.
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